Questa pubblicazione vede la luce in un frangente critico per la cultura e più ancora per la società eugubina che tenta di uscire dalle secche di una crisi di identità che, prima di essere economica e politica, è etica e spirituale. Stenta a venire alla luce la vera anima che vivifica tutte le cose, sepolta com'è dalla spessa patina dell'effimero, del banale, di ciò che non dura, di quello che è privo di importanza. La vera storia di Gubbio andrebbe perciò scritta senza affanno, ma con forti dosi di ironia, affinché la moderna sensibilità storica si renda conto del cumulo di sciocchezze di cui si riveste. Il rispetto che si deve alle nostre origini impone però un contegno narrativo forse inusuale, ma corretto, almeno per gli eugubini di domani, cui questo libro preferenzialmente si rivolge, perché la posterità percepisce meglio dei contemporanei i pregi dei padri piuttosto che la mediocrità dei coetanei.