Dedicare un libro ad una stazione è sempre una bella idea, specialmente nel caso di Montebelluna, per tutte le sue particolarità costruttive, tecniche e di esercizio, e per le vicende che l'hanno attraversata, che ne hanno fatto e tuttora ne fanno tutt'altro che una stazione "qualsiasi". È un libro di storia "locale", è un libro di storia ferroviaria, è un libro che tratteggia l'affresco di un mondo che in parte non esiste più, e si sofferma sul lato umano della ferrovia, su chi ci ha lavorato, su chi ci ha messo tutto il proprio impegno, dal sorvegliante al guardiano del passaggio a livello, dal capostazione all'accenditore di segnali e al posapetardista, su tutte le persone che hanno vissuto la ferrovia come una grande famiglia.