Il racconto polifonico di un'area, quella di Alberoni inserita nella Laguna di Venezia, con i suoi isolotti, canali, ghebi, peocère, la bocca di porto e la grande diga dell'imperatore. Il lato mare orlato da una spiaggia ampia, caratterizzato da dune, cunette, e una pineta ricca di essenze arboree presenti anche nel contiguo campo da golf. Un territorio segnato da fari, torri, pietre della contaminazione lagunare. Una lingua di terra disseminata da edificazioni militari: il forte, le batterie, il bunker, il campo torpedini, le caserme dismesse, le colonie spesso in stato di abbandono, enti religiosi scomparsi, case di cura. Il libro intreccia la grande storia, spesso poco conosciuta nello specifico, e la storia minore, ma non meno significativa, offrendo vari registri linguistici e coloriture. Un racconto valorizzato anche dallo sguardo di artisti, scrittori che da qui sono passati, lasciando dei documenti, ma anche un racconto biografico, generazionale, familiare di una piccola comunità di paese nel suo farsi e mutare. Un luogo di grande bellezza paesaggistica, una grande ala verde del Lido di Venezia, che fin dalle origini si caratterizza per il senso di fragilità, precarietà legato alla sua condizione morfologica, aumentato nei tempi moderni per l'impatto dell'uomo. Un luogo da salvaguardare con cura, con la stessa maestria che i nostri antenati hanno posto per creare gli argini, i murazzi e gli orti (ormai ridotti a pochi esemplari) dei quali ricostruiamo la memoria.