"... della vita in Palermo dell'ultimo ottocento, attraverso un insieme di storie e storielle, di scene e di ricordi, riflettenti uomini e cose, si sono sommariamente rievocati i costumi, gli usi, i sentimenti, anzi, e vieppiù, per meglio dire, l'anima del tempo." Con queste parole Oreste Lo Valvo termina la sua fatica letteraria dove con dotta semplicità, a tratti umoristica, descrive la vita palermitana di fine XIX secolo, e lo fa non senza una vena di polemica e nostalgia per quei tempi passati, avendo intuito la veloce avanzata di un'epoca destinata ad essere sostituita da una omologata "società dei consumi" che identifica il nostro secolo, ma tutto questo l'autore lo intuisce e con semplicità lo scrive nel 1937, discutendo dell'avanzata del progresso. E così Il lettore attraverso la lettura conoscerà i vecchi rioni scomparsi di Palermo come quelli della Conceria e di San Giuliano, o di quelli profondamente trasformati come Lattarini e l'Olivuzza, il quale nell'epoca d'oro di una città liberty arrivò ad ospitare la corte imperiale russa con in testa lo zar Nicolò I e l'imperatrice Alessandra.