«Ancor oggi, dopo sessantacinque anni, non ho reciso il rapporto che mi lega a questo angolo di Calabria, terra inaspettata e discussa, così lontana e ricca, capace di attrarre continuamente la mia curiosità verso la sua natura, affascinato dalla romantica geografia dello sguardo, da paesaggi di incomparabile bellezza e dalla gente di queste contrade. Il suo mare ha di certo preso una parte della mia vita. Tutto è cominciato nel lontano 1956, nella piccola stazione ferroviaria di Parghelia, in riva al Tirreno, prossima alla rinomata Tropea, poco lontana da Capo Vaticano. In questo libro compariranno personaggi familiari ed altri del tutto inaspettati, con singolari note di cronaca, talvolta comiche, ironiche o grottesche, altre a carattere sociologico ed antropologico, spesso con mie argomentazioni critiche o di carattere scientifico. Soltanto in questi ultimi anni ho avuto la consapevolezza che quanto vissuto ha lasciato una profonda traccia in me, indelebile all'azione del tempo. Ho scritto perché ho paura che questi ricordi, con ciò che evocano, si spengano in me e, se non verranno fissati in qualche modo, è come un morire prima del tempo, mentre il corpo invecchia.»