"Il can de' svizzeri. A' la terza si pela 'l gallo", chiude una trilogia canina che Giorgio Ciofini ha dedicato ad Arezzo, da Dante in qua terra di "botoli ringhiosi". È un cane diverso, un botolo gigantesco alle prese con i problemi della globalizzazione, ma anche con quelli di un cane del Trecento, perché in fondo gli uomini sono sempre uomini e i cani sempre cani. Come quel da l'Agli e quel de' Betto', il Can de' Svizzeri è un "puzzle" democratico di personaggi aretini e no, famosi e no, vip e nip e di storie tipiche, con le mura medicee sottoposte a nuovi assedi, che fanno paura come quel molosso che li mangiava ai "citti" che, nel frattempo, sono diventati nonni.