Proiettati, trasportati come con una macchina del tempo, adesso nel 500, ora nella metà del 600 in una realtà antica in cui il tempo è scandito da un non tempo, perché tutto sembra intangibile, quasi etereo. Ancora una volta Giammario Odello ci accompagna e ci fa scorgere anche le sensazioni di chi scrisse quelle missive secoli fa. Non il solito afoso epistolario.