Come si può meditare e sorridere sul passato coniugato al presente, e come si possono meglio esorcizzare il patetico e l'enfatico se non con la battuta, la presa per i fondelli, la gomitata allusiva, l'aneddoto ribaldo o ilare, la gloria o la vergogna di un soprannome, il senso di un non senso, se non con la verve e l'arguzia di un formidabile e inesauribile barzellettiere, cantastorie e mentore vicino di casa o compagno di bisbocce? Uno che parli da testimone dell'inverosimile anche quando testimone non lo è ma la sa raccontare, e se pensa che tu sia ascoltatore incredulo ti prende per un braccio e ti assicura: "Son barzellette vere, solo qualcuna in parte". A Gubbio c'è. Per l'anagrafe si chiama Mauro Mengoni, nato contadino e cresciuto tuttofare. Ma per gli eugubini è Mauro de Baldorie, orgoglio di santantoniaro e di campanaro, allegria ininterrotta, memoria portentosa con comunicativa e gestualità difficili da trasferire in scrittura.