Assumendosi il delicato compito di traghettare Padova dalla fase della ricostruzione post-bellica fino agli inizi degli anni Settanta, l'avvocato Cesare Crescente (1886-1983), entrato in politica nelle fila del Partito Popolare Italiano e poi della Democrazia Cristiana, diventa sindaco nel 1947. In queste pagine sono messi a fuoco i ventitré anni che lo videro alla guida della città, attraverso una doppia narrazione, dentro e fuori dell'aula consiliare, che restituisce tanto la personalità del sindaco, quanto il clima che si respirava in una città trasformata, che vede mutati valori, condizioni materiali e aspettative. Tracciare l'attività di Crescente e le decisioni prese in materia di sviluppo e rinnovamento urbanistico e viario offre l'occasione di ritornare con nuove considerazioni su alcune delle operazioni più controverse della storia di Padova. Decisioni quali l'abbattimento di edifici storici e l'interramento delle riviere che, se condannate oggi, all'epoca sono apparse come la risposta agli stimoli e alle ambizioni degli abitanti di una città che voleva creare una propria fisionomia identitaria e raggiungere una posizione di rilievo.