Il luogo subì pesantemente il terremoto del 1659, che la Società Italiana di Scienze quantifica in 10 casi dirute e 8 morti (Reale Accademia, 1896:199). Questo territorio viene registrato per la preziosità dell'olio, il lavoro della seta del lino, per il buon grano e il gustoso quanto ricercato miele, i fichi secchi, oltre che per l'abbondanza di frutti di ogni genere. Giovanni Vivenzio, nella sua Istoria dei Tremuoti nelle province calabre, lo racconta distrutto dal terremoto del 1783, i cui danni furono subito gravi dalle prime scosse del 28 marzo che, cagionarono persino molte fenditure nel suolo, indussero gli abitanti a fuggire verso la parte più alta, sul piano detto del "Monastero", dove riedificheranno la nuova Montesanto. ... Secondo la tradizione locale, il legame tra Montesanto nuovo e Montesanto vecchio è segnato da una galleria segreta che unisce i due borghi: dal querceto di Montesanto nuovo con l'uscita sotto l'olmo di Montesanto vecchio... qui la Vergine dell'Assunta indicò in sogno tesori nascosti...