Il volume, rivisto e accresciuto con due inediti di Piero Bargellini, è stato pubblicato nel cinquantesimo dell'alluvione di Firenze. Il titolo si riferisce al fatto che Palazzo Bargellini, situato nello sfortunato quartiere di Santa Croce, venne gravemente colpito dall'inondazione e da allora la popolazione lo chiamò "primo alluvionato" invece che "primo cittadino". Nei cinici commenti dei fiorentini, anzi, l'alluvione era quella di Bargellini: "E vi lamentate? La Pira in dieci anni non è riuscito a portarci l'acqua, il Bargellini con un anno solo ci affoga". La narrazione descrive la tragedia del '66 seguendo le tracce del sindaco e talvolta anche della moglie Lelia, ricostruendone i movimenti e le azioni, mettendo in rilievo le sue esperienze, opinioni, giudizi, pensieri. Viene dato spazio alle testimonianze dei giornalisti che seguivano la situazione a Firenze, ma anche agli alluvionati stessi che ripetutamente si rivolgevano al sindaco con le loro richieste. Risalto inedito è dato alle settimane (e addirittura ai mesi) seguenti: non solo alle visite di Saragat, Taviani, Merzagora, Ted Kennedy, Moro, Paolo VI, ma anche al lavoro della Giunta, ai problemi sociali, economici ed organizzativi