«Dell'opera, architettura di memorie, piani sovrapposti e sovrapponibili, l'autore se ne serve per cercare il suo posto nel mondo, in un ibrido narrativo ora saggio ora racconto, comunque autobiografia, diario giornaliero. In controluce, dagli archivi di famiglia desecretati, il processo alle generazioni precedenti, il tentativo di collocare Platì nelle impennate e cadute della Storia, le lacerazioni ancora non rimarginate: con il passato non si fa pace, si firma armistizio con i morti che ci cammineranno sempre accanto, persuadendoci l'autore come ogni uomo sia anche la somma dei suoi antenati. I Love Platì. Cento piccoli film intorno un paese dell'Aspromonte non un'opera che fermi il tempo, invece un segno nel tempo che trascende il canone, e tra le parole Luigi Mittiga va cercando quelle che descrivono i riti, il magico, ciò che l'oggi non è, e attraverso i cento film richiamati a corredo dei capitoli ne scrive la sua di sceneggiatura, quella definitiva su Platì: a futura memoria il lettore gliene sarà solvente debitore.» (Michele Papalia)