Attraverso la "spia" di un solo documento (le entrate della casa-albergo di Porretta tra il 1844 e il 1862) lo studio ribalta l'immagine tradizionale stereotipata della famiglia Marconi ("contadini arricchiti" di indirizzo conservatore-papalino) per presentare (fin dal primo Ottocento) una famiglia ben diversamente complessa, già inserita, a partire dalle attività tradizionali della montagna ma con spirito interamente speculativo e innovativo, nella mercatura, nella banca, nelle più diverse imprese, già in collegamento attraverso Senigallia-Ancona e Livorno, col mondo ebraico, la Mitteleuropa e l'Inghilterra, decisamente orientata verso gli sbocchi liberali e il Risorgimento, collegata (anche attraverso le terme e l'attività alberghiera) con personaggi di primo piano della società bolognese-toscana ed anche europea, anche nel settore della cultura, della scienza accademica e della grande politica. Una famiglia capace di mantenere una costante centralità e di passare dalle tradizionali ed importanti vie medievali (Porta Franca, l'Orsigna), alle moderne strade rotabili (la "Leopolda"), alle strade ferrate e specificamente alla Porrettana (in stretta collaborazione-amicizia col progettista Protche), ai nuovi cantieri navali e arsenali liguri, fino appunto alla radio ed all'etere. Una revisione radicale della vicenda marconiana.