Il concetto di educazione linguistica indica l'insieme di attività che si svolgono nell'arco della scolarizzazione a riguardo della lingua «materna», delle lingue «seconde», delle lingue «straniere» e di quelle «classiche». Sono ambiti che possono apparire molto differenti tra loro, ma in realtà poggiano sulle stesse basi: i processi di acquisizione, sviluppo, potenziamento e perfezionamento della competenza comunicativa. È proprio attorno a questi aspetti di costruzione e miglioramento che ruota la nuova edizione ampliata del testo, la cui parola chiave è quel «fare» del titolo, che molto dice sugli aspetti applicativi dell'opera. Questo è un volume operativo, ma l'operatività non si traduce in una serie di mere «ricette» su come costruire il lessico, la grammatica, le abilità, la competenza culturale, pragmatica ecc. Piuttosto indica, per ognuna delle decine e decine di attività didattiche descritte, la natura, da un lato, e gli scopi linguistici, cognitivi, di sviluppo delle soft skills necessarie per un apprendimento continuo e autonomo, dall'altro. "Fare educazione linguistica" è un testo maneggevole, ricco di attività, box e spunti che trovano i loro fondamenti scientifici in quanto discusso nei due volumi di (auto)formazione per i docenti di italiano (Insegnare l'italiano lingua materna nelle società «liquide») e per quelli di lingue (Le «nuove» sfide di Babele: insegnare le lingue nelle società «liquide»), entrambi nella stessa collana.