Si può vivere senza sapere l'inglese? Sicuramente sì, ma la lingua d'oltremanica per eccellenza risulta sempre più indispensabile. Nel lavoro e nel divertimento, a scuola e persino al ristorante o per acquistare qualcosa su Internet. E molto spesso, non solo durante i soggiorni all'estero, ci troviamo costretti ad arrangiarci, contando sulle poche parole che abbiamo sentito in televisione (mal pronunciate, per giunta) o sull'innata, ma "fragorosa" gestualità all'italiana. Messi da parte corsi intensivi, libri e altre "pozioni miracolose" di dubbia efficacia, l'autore di questo saggio, insolito e graffiante, ci offre importanti spunti motivazionali suggerendo un concreto, stimolante e divertente approccio allo studio di una delle lingue più parlate al mondo. Anche molte esperienze personali, raccontate con lo stesso brillante stile umoristico, rendono squisitamente godibile la lettura di qualcosa di più di un semplice manualetto. Resta da chiedersi se mettendo in pratica questi insegnamenti si riesca davvero a parlare "fluently" in inglese. L'autore ci è senza dubbio riuscito. Provare per credere.