I suoni della Commedia di Dante sono dotati di prosodia ed intonazione, colori e timbri, intensità, durate, differenti altezze, oltre che di forme incardinabili in motivi, periodi, frasi, proposte tematiche. Queste sono calate, oltre che nelle arti coeve, nella musicalità del canto gregoriano, ma anche nelle recenti novità che provengono sia dal mondo provenzale che dalla evoluzione della stessa musica europea, che si sta lentamente, ma progressivamente, spostando da una monodia ad un canto sempre più polifonico. Si tratta di competenze legate sì alla parola, ma che attingono anche ad un patrimonio di conoscenze musicali, personali, ben documentate tanto nella Vita nuova quanto nel De vulgari eloquentia, scritte appunto in lingue diverse. Nella palestra di questo viaggio i suoni e i loro significati, rappresentativi e simbolici, dialogano tra il pellegrino e il poeta, tra il personaggio e l'autore, anche con il coraggio di chi sa che sta costruendo un'opera immensa in una lingua nuova, ed è attento alla evoluzione di tutti i linguaggi artistici, pittorici, scultorei, musicali, che dialogano intorno a lui e dentro di lui. È il profumo di Europa e di una identità italiana da inventare, da costruire, da curare con immensa passione. È una pedagogia creativa della musicalità e della sinestesia, della metafora lirica, del virtuosismo magico dal quale si rimane ogni volta miracolosamente attratti e sopraffatti, e che ci interroga invitandoci a vedere con le orecchie, ascoltare con gli occhi, mettendoci in viaggio.