"Siamo tutti sulla stessa barca". Con questo slogan a volte si prova ad indicare lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare le relazioni industriali nel nostro paese. In verità questa affermazione è espressione di una ideologia pesantemente falsificatrice della realtà. Infatti sulla barca non tutti si ritrovano a svolgere il medesimo ruolo, in quanto c'è chi rema, chi scandisce i ritmi della vogata e, infine, chi, essendone proprietario, indica la direzione nella quale l'imbarcazione deve dirigersi. Fuor di metafora, a parere di USB, il mondo del lavoro si divide in "sfruttati" e "sfruttatori", situazione dalla quale si esce solo con il conflitto. Infatti fra "padroni" e "lavoratori" non c'è affatto coincidenza di interessi. Anzi. Mentre il "padrone" ha come suo prioritario interesse il perseguimento del massimo profitto, il lavoratore deve difendersi da questa aggressione produttivista, pretendendo una retribuzione equa, ritmi di lavoro umanamente sostenibili, libertà di parola e di organizzazione anche all'interno delle realtà produttive.