E il vigile in mutande? È stato licenziato, ha perso la casa che aveva ricevuto in comodato dal comune per svolgere il servizio di vigilanza sul mercato annonario, la dignità e la reputazione. L'immagine di un signore che timbra il cartellino con indosso la sola biancheria intima ha fatto il giro del mondo e ha scandalizzato tutti i benpensanti. Nessuno si è domandato delle ragioni di tale stravagante abbigliamento. Eppure sarebbe stato sufficiente approfondire la questione senza pregiudizi, per avere una risposta logica a tutta la vicenda. Questo libro cerca di fare chiarezza sul variegato mondo del pubblico impiego, senza fare sconti ai tanti comportamenti scorretti di impiegati infedeli, con l'intento di spezzare un pregiudizio negativo su tutta una categoria di lavoratori. Per i giudici di primo grado e di appello, timbrare in mutande e ritornare in stanza per indossare la divisa e poi recarsi al lavoro non è stato considerato reato penale. Il vigile è stato assolto con formula piena nei due gradi di giudizio.