SISAL (1946) e, poi, Totocalcio (1948), invenzione del giornalista sportivo triestino Massimo Della Pergola, hanno costituito (con il Lotto) il grande sogno degli italiani. Azzeccare un "13" significava vincite milionarie a un prezzo modico, alla portata di tutte le tasche. La compilazione della fatidica schedina divenne un rito nazionale, una sorta di religione civile. Questo sogno svanirà con la fine della cosiddetta Prima Repubblica. Lo Stato, fattosi sempre più esoso, sostituirà il popolare Totocalcio con una serie infinita di giochi a premi, lotterie e scommesse istantanee con cui cercare di coprire i propri buchi di bilancio. Un declino che, come testimonia questa storia, non è però riuscito a cancellarne il segno lasciato nell'immaginario collettivo del Paese.