Considerato un classico della letteratura militare, La nazione armata (Das Volk in Waffen) è un saggio che progetta un'organizzazione militare moderna, che consenta di avere, in tempo di pace, un solido esercito permanente, pronto a diventare, in tempo di guerra, un popolo in armi. In futuro, prevede l'Autore, le guerre saranno non più soltanto urti tra eserciti, ma fra popoli e, quindi, saranno più violente e più distruttrici che nel passato perché l'odio fra i popoli ne determinerà le dinamiche. Il principio di nazionalità accrescerà le forze di resistenza degli Stati; là dove maggiore sarà la ricchezza, maggiore sarà l'aspirazione alla pace; le diverse forme di governo costituiscono un'interessante variabile per questa aspirazione: un sovrano assoluto rinuncerà, forse, alla lotta nell'interesse del suo popolo; un governo parlamentare si orienterà alla guerra, oppure alla pace, a seconda delle circostanze e degli interessi della classe politica al potere; un'oligarchia di pochi fanatici che pretendono di rappresentare il popolo spingerà la resistenza all'assoluto; un dittatore risponderà soltanto a chi lo avrà scelto e potrà sviluppare la massima energia bellica. Premessa di Francesco Ingravalle.