Aiutare studenti e lettori a comprendere la Strategia: le logiche d'impiego della forza militare, ma anche e soprattutto le politiche che la governano e ne coordinano azioni ed effetti con gli altri strumenti di potere. Questa l'ambizione del Manuale di studi strategici, giunto, dopo quindici anni, alla sua terza edizione. In un mondo nel quale la conflittualità è sempre meno latente e ritualizzata, la minaccia sempre meno prevedibile e il rischio sempre più vicino, il 'manuale' offre un agile strumento di lettura dei fenomeni e delle tendenze ad essi collegate. Partendo dai fondamentali incardinati nel pensiero strategico classico e contemporaneo, ci conduce attraverso l'analisi storica verso la comprensione della contemporaneità, apparentemente così contraddittoria e minacciosa. Non vuole dare risposte definitive, ma fornire gli strumenti per approcciare motivazioni ed evoluzione della dialettica del conflitto, dalla cui ferrea logica il genere umano sembra non riuscire ad affrancarsi. Nella consapevolezza che, negli ultimi anni, le mutazioni delle forme della guerra sono state di tale ampiezza da rendere una loro rilettura assolutamente necessaria. D'altronde è il destino di chi scrive di strategia, a partire da Clausewitz; la materia è così fluida da non consentire sistemazione definitiva. E però, senza una comprensione dei suoi principi, delle sue logiche profonde, che restano immutate perché legate alla natura della guerra come atto sociale, corriamo il rischio di rimanere prigionieri di emozioni ed opinioni, nel nostro tentativo di cogliere la complessità del mondo.