Il volume raccoglie gli interventi svolti in un incontro promosso dagli allievi e dalla Facoltà di Economia della Sapienza di Roma. Il pensiero del Maestro è descritto nel libro, da colleghi e da amici, nel modo più diverso. Il titolo del volume pone in luce uno dei tratti essenziali. Al di là del mito, Benedetti pone in luce l'erosione dell'idea e il valore attuale della certezza nel diritto. Da qui il legame fra l'incertezza e l'interpretazione che non è la riproduzione di un significato prefissato, ma l'esito di un sillogismo critico che utilizza e produce esiti, pratici, logici soggetti a controllo. Il Maestro teorizza tutto ciò parlando di un destino esistenziale del forse che deve trovare risposta nel sistema senza rinunziare alla certezza. Con una precisazione. La stessa legge crea processi veritativi che non coincidono con la verità reale del fatto. Come la confessione e la cosa giudicata. L'incertezza, il forse, sono canoni che invitano a decisioni ponderate. Una tecnica di decostruzione di realtà complesse, necessaria in un tempo che non consente il lusso del disincanto ed esige un linguaggio dialogante, sulla via lunga dell'ermeneutica e della dogmatica, indicate da Ricoeur e Mengoni. Perché la parola giuridica è sempre parola ermeneutica.