Oggi il linguaggio sui diritti è pervaso da una sensazione di disorientamento che avvolge il giurista in un'incessante opera di risemantizzazione e di ridefinizione delle categorie giuridiche. Diritti moltiplicati dalla poderosa domanda di beni e servizi globali che attengono alla sfera del vivente e del corpo e che narrano l'eccedenza della corporeità; diritti sconfinati o negati lungo i percorsi disegnati da equilibri politici precari e da transizioni economiche; diritti dislocati sul crocevia di un'offerta economica in fortissima crescita, quale risorsa da utilizzare e disporre a breve scadenza. Diritti pretesi e agiti contro il diritto stesso, nei confini precari della legalità internazionale e che nelle rivendicazioni globali ridisegnano i contorni della tradizionale dicotomia natura/artificio e che pongono molteplici interrogativi sull'idoneità dello strumento legislativo di fungere da categoria di neutralizzazione nelle sfere che riguardano il "bios".