«E se anche tutto il lavoro sarà dedicato al problema della giustizia, non andrò fuori tema: poiché risolverlo vorrebbe dire risolvere quello della persona, se si intende per persona l'individuo che ha trovato la ragione del suo essere nella società»: così nel primo dei suoi «Quaderni filosofici», Uberto Scarpelli commenta la sua tesi di laurea. Che il più autorevole filosofo italiano del diritto di indirizzo analitico abbia esordito con un lavoro su «Aspetti del problema della persona» nel 1946, potrà stupire soltanto chi non conosca la sua profonda cultura ed il sofferto itinerario tra spiritualismo ed esistenzialismo.