Il volume offre un'analisi complessiva del titolo 2.2 dei Digesta, rubricato quod quisque iuris in alterum statuerit, ut ipse eodem iure utatur. In particolare la lettura dei frammenti tratti dai commentari ad edictum di Ulpiano, Paolo e Gaio che compongono il titolo pone molteplici interrogativi: sulla responsabilità magistratuale, sul momento in cui si poteva verificare la cd. ritorsione rispetto al ius novum et iniquum utilizzato da un magistrato giusdicente, sul contesto storico di emersione della nuova disciplina (anche in rapporto con la lex Cornelia de iurisdictione), oltre che sulla non punibilità della semplice cogitatio e sull'ideologia operante a monte dell'edictum (anche in connessione con il contenuto e le finalità della norma pretoria).