Un saggio discorsivo, ben articolato e denso di punti e spunti interessanti. Si tratta di una lunga riflessione sulla filosofia del diritto, anche per non addetti ai lavori, che parte da Bobbio per giungere a Hume, dopo essersi a lungo soffermata su Hans Kelsen, con ampie incursioni sulla filosofia politica di Carl Schmitt, su Herbert Hart, su Walter Benjamin e altri studiosi. L'intento dell'autore è anzitutto rispondere alla domanda fondamentale circa il motivo dell'esistenza del diritto, per osservare sostanzialmente che: 1) il diritto "è un oggetto, un insieme di tecnicismi fatti e creati dagli esseri umani e per i medesimi esseri umani, in vista del comportamento di esseri umani. E tale osservazione è vera tanto nello spazio quanto nel tempo"; 2) il diritto ha bisogno di un metodo scientifico e oggettivo. In conclusione, il lavoro del filosofo del diritto ha un grande risvolto nella vita concreta, sia sulle leggi esistenti sia su quelle che il Parlamento dovrà approvare.