Il celebre detto hobbesiano, che dà il titolo a questa silloge di studi di Franco Todescan, articolata in due volumi, esprime icasticamente il tema del volontarismo giuridico, di cui i singoli saggi rappresentano, per così dire, le «variazioni sinfoniche». Nati in tempi e per occasioni diverse, ricomposti ora entro un'unica cornice, costituiscono complessivamente un'opera organica, che racchiude il fondo essenziale della sua visione filosofico-storiografica e di alcuni esiti cui è pervenuto nel corso di oltre un cinquantennio di attività di ricerca. I saggi raccolti in questo primo volume intendono indagare la presenza, spesso contrastata, del «volontarismo giuridico» nell'ambito della Scuola classica del diritto naturale antico e medievale, tenendo presente in particolare che la cultura del tardo Medioevo, e in parte degli inizi dell'età moderna, pur avendo nomi di grande rilievo, si struttura essenzialmente come cultura di scuole: e più precisamente, in campo teologico, di scuole legate a determinati ordini religiosi. I più famosi e importanti sono i due nuovi ordini mendicanti: quello domenicano avente come scopo prioritario la diffusione della fede e quello francescano, invece, l'esercizio della carità. Il primo ha prevalentemente una impronta intellettualistica, vedendo nella ratio il maggior strumento di difesa della fede; il secondo concentra invece l'attenzione sul concetto di voluntas, come espressione dell'amore e della libertà dell'uomo. Le due diverse istanze proseguiranno poi, talora mescolandosi, nel secolo XVI con il pensiero della Seconda Scolastica.