Ciascuno di noi ha diritto alla felicità, ha diritto ad essere felice. Ma tutti vanno dritti alla felicità? Non saprei. C'è chi è felice ma non lo sa oppure non si accontenta. La strada verso la felicità può essere tortuosa, infida, piena di trappole e miraggi. Citando filosofi e sociologi, leggi e costituzioni, l'autore ci aiuta a fare un po' di luce, ma lei, la felicità, ci sfugge sempre: dea capricciosa. Forse perché è molto difficile esercitare quel diritto, che in qualche modo riassume ed esalta tutti gli altri: alla salute, all'istruzione, alla "giusta mercede", alla pienezza dei rapporti umani, alla salvaguardia del Creato. Globalizzare la felicità è l'unica via d'uscita, almeno così mi sembra: cercare il giusto equilibrio tra la felicità del singolo e quella pubblica, tra la felicità di un popolo e quella di tutte le nazioni del mondo. Non c'è scampo: o si è felici insieme o non si è felici affatto.