Muovendo da un dossier, ignoto e inedito, conservato presso l'Archivio di Stato di Milano, e dal corposo materiale giudiziario reperito in diciassette Archivi di Stato italiani, viene qui investigato l'atteggiamento della società e dei giuristi, che si sono resi, a un tempo, attori e spettatori del dirompente impatto del diritto di famiglia napoleonico nella realtà del Regno Italico. Vagliando le sentenze, le conclusioni dei giudici relatori, gli atti di parte di più di duecento processi, si disvelano le strategie matrimoniali di nobili e notabili, commercianti e artigiani, avvocati e militari, sudditi cattolici ed ebrei. Dall'analisi della storia del 'dopo codice' emerge inoltre come la politica del diritto napoleonica passasse attraverso l'applicazione delle norme del codice civile, ma talora anche per mezzo della loro disapplicazione. Un aspetto della vicenda, questo, decisamente paradossale.