Il diario raccoglie le riflessioni dell'autore nel periodo di permanenza dello stesso al Consiglio nazionale forense, dal 1994 al 2007, dapprima come consigliere, poi vice-presidente, presidente e (da ultimo) ex-presidente. Filo conduttore è la ricerca della deontologia, dalla indeterminatezza iniziale delle regole fino alla nascita del codice deontologico, attraverso i molti procedimenti disciplinari trattati ogni anno, mentre emergono le vicende politiche e i problemi che toccano la professione, la giustizia e il processo. È la stagione del giudice di pace, del giudice unico, degli scioperi degli avvocati, della Commissione bicamerale, ma è anche la rappresentazione della volontà dell'avvocatura di rafforzare i valori e la stessa professione, pur nella difficoltà di articolare progetti per superare l'inadeguatezza delle norme e l'inefficienza della giustizia. La conclusione è triste: le visuali lungimiranti sono mancate, gli interessi contingenti hanno prevalso e la giustizia ha atteso invano illuminati interpreti. Ieri come oggi.