La monografia "Lineamenti costituzionali della posizione costituzionale del Presidente del Consiglio dei Ministri" costituisce da tempo un classico tra gli studi costituzionalistici dedicati al Governo, come dimostrato dal fatto che viene continuamente evocato nei saggi sul tema scritti dalla dottrina più autorevole. L'argomento venne assegnato a Predieri da Piero Calamandrei che aveva ben chiaro come tutti gli studi del passato sul Presidente del Consiglio dei Ministri (e ancor più quelli sul Capo del Governo secondo la dizione della l. 24 dicembre 1925 n. 2263) necessitassero di una completa rivisitazione. La quale trovò in effetti inveramento nella monografia in oggetto, che subito mise a fuoco le coordinate del nuovo assetto ordinamentale. La perdurante attualità del tema e la congruità, anzi l'antiveggenza di molte delle conclusioni cui giunse Predieri, trovano riscontro nella prefazione di Augusto Barbera, il quale mette in luce come tante delle soluzioni avanzate sono confortate dalla dottrina e dagli eventi successivi mentre altre sono tutt'ora oggetto di discussione: una per tutti, anche perché se ne si è dibattuto a lungo di recente in sede di formazione del primo Governo Conte, e cioè se il Presidente della Repubblica possa rifiutarsi di nominare un Ministro proposto dal Presidente del Consiglio. La monografia si segnala anche per il metodo impiegato del tutto disallineato rispetto al metodo formale fino ad allora imperante. In primo luogo per la approfondita indagine storica, basata tra l'altro non solo su testi giuridici ma su testi storici, sugli atti parlamentari, su documenti di archivio oggetto di ricerca diretta e da cui vengono tratte preziose indicazioni anche ai fini della architettura giuridica, ciò secondo il criterio della rilevanza estrema, ai fini del funzionamento degli organi costituzionali che hanno fatto e prassi destinati sovente a evolversi in convenzioni se non in consuetudini. In secondo luogo, per l'ampia analisi comparatistica non astretta a richiami generici nelle note ma ricca di articolate e puntuali dissertazioni da cui emergono come soluzioni adottate in altri Paesi possano costituire modelli da tener presente. Tutto questo secondo un fil rouge di fondo che è la ricerca di limitazioni e nel contempo di efficientamenti del potere del Presidente del Consiglio attraverso la massima giuridicizzazione anche di atti costituzionali sommi, al fine di sottoporre ad una innervatura di regole la pura volontà politica.