L'emergenza climatica non è solo un'emergenza tra le emergenze. È una questione che potrebbe avere un impatto potenzialmente catastrofico sulle condizioni di vita nella cosmopolis e che funge da "acceleratore esponenziale" di altre emergenze, prima tra tutte quella legata alle disuguaglianze di ordine economico e sociale le quali impattano, a cascata, sui diritti, sul lavoro, sui migranti, sul benessere, l'accesso ai servizi, la povertà. Un'emergenza che va affrontata ora o mai più e per la quale un ruolo importante deve essere svolto dalla società civile. Gli attori sociali possono, difatti, sprigionare quell'energia politica in grado di costruire, tassello dopo tassello, una sfera pubblica transnazionale che può utilizzare gli strumenti offerti dal diritto climatico e dal diritto dei diritti umani per pretendere che gli Stati prendano su serio la crisi climatica. In questo scenario, la prospettiva cosmopolitica è l'unica possibile per realizzare quel cambio di passo necessario per evitare che la crisi climatica determini un radicale peggioramento delle condizioni di vita sulla Terra, con tutti i riflessi che tale peggioramento potrebbe determinare anche sulla tenuta degli Stati liberal-democratici.