Costituzionalismi senza Costituzioni. L'esperienza scozzese nel diritto comparato

Editore: CEDAM
EAN: 9788813383060
Pagine: 328 p. , Libro in brossura
In commercio dal: 18 maggio 2023
A partire da 40,00 €

Descrizione

La Scozia, terra di contrasti, di natura selvaggia e moderna, oggi costituisce il vaso di Pandora dei più importanti enigmi del diritto costituzionale. Può oggi la Scozia definirsi una Nazione oppure occorre parlare di uno Stato senza sovranità? E se, con un pizzico di braveheart, si parlasse di uno Stato verso la sovranità? Di fatto, la tensione costituzionale della Scozia è innegabile. Il tentativo di indizione di un nuovo referendum per il 2023, sventato in via preventiva dalla Corte Suprema del Regno Unito, sarà sufficiente ad arrestare questa tensione costituzionale oramai irrefrenabile? Per rispondere a questi quesiti occorre fare un passo indietro, osservare l'evoluzione della Scozia studiandone i tratti caratteristici e la sua forte identità costituzionale: dalla Dichiarazione di Arbroath, all'Act of Union 1707, all'avvento del mixed legal system fino al più recente Scotland Act 1998. Sarà questo sufficiente? A tal fine e per inquadrare il paradigma costituzionale scozzese, giunge in soccorso il metodo comparato e l'utilizzo dei formanti giuridici, avendo riguardo di analizzare convergenze e differenze con esperienze esterne come la Catalogna e il Québec ma anche interne al Regno Unito come il caso dell'Irlanda del Nord. Questa netta scissione tra Stato e Nazione, tra Regno Unito e Scozia, ha giustificato e tutt'oggi incoraggia il consolidamento di due concezioni e identità costituzionali diverse, ispirate a differenti principi di democraticità, rappresentanza e sovranità. Scozia e Regno Unito, nell'attesa di nuovi e ulteriori sviluppi politico-costituzionali, sono costretti a coesistere e a dialogare nell'interesse del popolo britannico e scozzese. Ma alla fine qual è la funzione più astratta del costituzionalismo se non proprio questa. In un'epoca in cui le limitazioni pratiche alla sovranità sono sempre più evidenti, le stesse istanze sovraniste si moltiplicano rapidamente. Il costituzionalismo non ha più dunque lo scopo di risolvere i conflitti tra la sovranità dello Stato e il principio di autodeterminazione dei popoli ma si assume la responsabilità di creare un quadro di riferimento istituzionale al fine di accomodare e rendere possibile la coesistenza tra queste diverse istanze. Qual è, dunque, la funzione del costituzionalismo se non quella di costruire le nuove frontiere della risoluzione dei conflitti?

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