Tanti metodi nel diritto o uno soltanto? Quali le motivazioni, consapevoli o occulte, che spingono un giurista a scegliere? La vita che uno studioso conduce, giorno per giorno, può incidere sul suo modo di ragionare? Il modo di studiare è uguale per tutte quante le questioni del diritto o cambia (deve cambiare) a seconda dell'argomento? I temi del comparto patrimoniale e quelli del settore non patrimoniale vanno affrontati nello stesso modo? I maestri contano, le scuole, la carriera? Gli affetti personali, le appartenenze politiche? Le velleità, i rancori, le ambizioni? A seconda del posto in cui ci si trova, le cose mutano? La lingua che si utilizza per pensare influisce sul "metodo" che si utilizza?