Posta di fronte alle possenti trasformazioni del contesto economico, politico, sociale e culturale che hanno caratterizzato gli ultimi decenni del Novecento e i primi del nuovo secolo, la scienza giuridica sembra aver smarrito l'ambizione a erogare quelle prestazioni di certezza delle quali l'ordinamento ha estremo bisogno per dare un senso alla propria esistenza. Si tratta di una vera e propria crisi di identità, considerato che da sempre la civiltà occidentale aspira a garantirsi un ordine non semplicemente imposto dalla brutale prevaricazione del più forte e che lo strumento ch'essa si è data per perseguire questo scopo è il diritto. Senza certezza del diritto, intesa nel tradizionale senso di tendenziale prevedibilità delle conseguenze giuridiche del proprio agire, nessun sistema sociale è in grado di funzionare correttamente. È per questo che il principio di certezza, per quanto non sia sovraordinato agli altri che caratterizzano un ben funzionante Stato costituzionale di diritto, deve costituire la prospettiva privilegiata di soluzione degli innumerevoli problemi che nell'esperienza giuridica, giorno dopo giorno, si pongono. È proprio assumendo questa prospettiva che si riesce a intendere con chiarezza quanto insidiose siano state, negli ultimi tempi, le alterazioni che l'ordine costituzionale dei poteri ha subìto o rischiato di subire e quanto sia importante agire, adesso, perché quell'ordine sia restaurato.