Il fatto che nasciamo "maschi" o "femmine" poco importa: conta ciò che "diveniamo", e il divenire dipende dalla storia, dalla società, dalla cultura, ma anche dalla nostra attitudine psicologica, dagli impulsi e dalla volontà. Le teorie gender (dall'inglese "genere") ritengono che debba essere l'individuo a scegliere a quale sesso appartenere a prescindere da come nasce, e scegliere se legarsi a un individuo di sesso opposto o dello stesso sesso. Si tratta di teorie che, elaborate a livello scientifico e filosofico, hanno implicazioni in ambito giuridico e politico, portando alla legittimazione del transessualismo e del transgender, ma anche alla equiparazione delle unioni eterosessuali e omosessuali. La parola "genere" è già entrata nel diritto positivo sostituendo la parola "sesso": non è solo la scelta di un termine che suona più "raffinato", ma è una scelta teorica ben precisa nella direzione della negazione della naturale differenza uomo/donna come fondamento antropologico dell'identità sessuale e della famiglia. Il libro è di grande attualità. L'argomento appartiene al campo giuridico e sociale, ma prima ancora al campo filosofico e antropologico. Anche la Chiesa è grandemente interessata al dibattito, avendo le sue ragioni da sostenere e naturalmente le verità rivelate da tutelare per il bene dei credenti.