Nel volume si affronta l'esegesi della fisionomia del Senato della Repubblica attraverso un'indagine filtrata in base al principio della divisione dei poteri. Dopo aver ricostruito in una prospettiva storico-dottrinaria il ruolo costituzionale delle Camere alte nel processo di sviluppo democratico delle istituzioni politiche ed aver esaminato taluni paradigmi di Camera alta adottati in alcune delle principali democrazie contemporanee, lo studio focalizza l'attenzione sul Senato italiano, dalla sua genesi all'attuale conformazione modellata sullo schema del bicameralismo perfetto. L'indagine si sofferma, quindi, sulle recenti tendenze di revisione della Costituzione dirette a modificare le competenze e la composizione del Senato, per conferirgli una connotazione prettamente territoriale, e rileva come le conseguenze della postulata trasformazione del Senato sarebbero di notevole impatto sulla complessiva architettura costituzionale. Proprio seguendo il criterio epistemologico della divisione dei poteri, è stato possibile, infatti, identificare e valutare le interferenze che le proposte di riforma suggerite produrrebbero sia sulla forma di Stato, che sulla forma di governo in Italia. L'ulteriore riflessione sul sistema elettorale ha poi completato l'analisi sul Senato attraverso uno studio incrociato diretto a verificare le ricadute sull'assetto di governo che il rinnovamento del Senato produrrebbe sia sotto la vigenza dell'attuale legge elettorale sia in caso di modifica.