Tutto ha origine dalla «cura». Il legame sociale nasce da una torsione e da una spoliazione, da una rinuncia sulla quale costruire la pienezza d'essere individuo e parte di una comunità. Il giurista siede sull'uscio della vita, racconta le sue storie, ha la responsabilità morale di non tradirle, anche quando sono di natura strettamente personale. Il codice deontologico del giurista si nutre di molto dolore e di altrettanta bellezza, tenuti insieme dalla mano nobile e dall'occhio vigile. Nella complessa trama della vita i fatti soltanto non tradiscono mai se stessi. Una prolungata consuetudine ai valori si fonda su una costante empatia. L'amicizia (filia) costituisce il cosmo e il diritto. Rosa colta dai figli di un pensiero minore.