Ritrovato fortunosamente in Germania, il «Manoscritto di Heidelberg », costituisce il più ampio testo autografo di Betti attualmente conosciuto e disponibile per la lettura. Le pagine seguono la traccia del lavoro sulle fonti delle obbligazioni contrattuali in diritto romano, che Betti presentò per sostenere l'esame di laurea a Parma nel 1911, sotto la guida di Gino Segrè. Ignoto fino alla sua scoperta, l'autografo bettiano si inserisce in una fitta trama di sparizioni e ritrovamenti. Il rapporto controverso tra il manoscritto e l'originale della tesi, poi ritrovata in Vaticano; la vicenda della tesi salvata dalla casa di Segrè a Torino e del manoscritto perduto e riemerso cento anni dopo; il tragico sfondo della guerra e delle persecuzioni; i controversi rapporti tra Betti e il diritto romano, «dura ed arida disciplina», e la sua vocazione filosofica; il progressivo affinamento del senso storico. Tutto questo è accuratamente ricostruito nel lavoro di critico di edizione e rielaborato infine in forma narrativa. Perché questo piccolo testo, pur nella sua rigorosa metodologia esegetica, è ormai parte della storia e delle emozioni della sua scoperta.