Si pubblica per la prima volta in lingua italiana il Trattato delle leggi di Jean Domat, che - grazie alla sua erudizione romanistica e filosofica e alla sua vocazione precorritrice - seppe portare avanti le lancette della storia giuridica verso la modernità, preparando così il terreno alla codificazione napoleonica d'inizio Ottocento. Questo lavoro - che funge da premessa metodologica a Le leggi civili nel loro ordine naturale - pone le basi teoretiche e sistematiche della legislazione come oggi è comunemente intesa. Dalla lettura del Trattato l'uomo politico contemporaneo ricava l'intonazione che dovrebbe sempre servire alla concertazione e razionalizzazione dell'attività dei parlamenti.