Il volume ripercorre i momenti più significativi e i tratti fisionomici dell'ideologia parlamentare e costituzionale che percorre, almeno nella sua espressione più matura, la vicenda siciliana. del secolo XVIII, pur affondando le proprie radici nei secoli precedenti, ed allunga la propria ombra fino al parlamento "costituente" del 1812. Per quanto lo sviluppo dell'ideologia parlamentare e costituzionale siciliana si caratterizzi per momenti ed apporti assai diversi, che si è cercato di individuare, o anche solo di ipotizzare, nella loro stratificazione, tuttavia essa sembra esprimere, nel corso della sua lunga e complessa elaborazione, la costante esigenza di rappresentare il parlamento come luogo esclusivo della mediazione politica, specchio delle dinamiche sociali e cetuali del Regno, e di esaltarne la produzione normativa. La rielaborazione creativa di miti e simboli che impegnava, fra Cinque e Settecento gli intellettuali siciliani, dava vita ad una tradizione "inventata", ad una ricostruzione e ad una rilettura mistificate della storia dell'istituzione parlamentare, cui si sarebbe sovrapposta, all'inizio dell'Ottocento, una nuova costruzione ideologica di grande impatto e suggestione ed altrettanto mistificatoria, che avrebbe alimentato, fino a tempi recenti, il mito dei parlamenti "gemelli" (inglese e siciliano) sviluppatisi, primi in Europa, all'interno delle comuni istituzioni dei Regni normanni di Sicilia e d'Inghilterra.