Esistono pratiche religiose, tradizionalmente estranee al contesto italiano, che occupano spesso chi deve risolvere conflitti derivanti dalla convivenza plurale. La poligamia è una di queste. Ad essa fanno ricorso, seppur eccezionalmente, i fedeli di religione musulmana, secondo quanto prevede il diritto islamico, ma in Occidente questa unione è stigmatizzata per gli effetti negativi che si ritiene subiscano le donne. Sebbene possa affermarsi che, nel diritto italiano, la poligamia sia una negazione del principio di uguaglianza tra generi e tra coniugi, della dignità femminile e dello stesso principio monogamico, essa risponde, in quello islamico, ad esigenze solidaristiche, che possono avere rilievo, sotto alcuni profili, anche nel vigente quadro ordinamentale statale ed eurounitario. Date queste problematiche, il volume, da un lato, ricostruisce criticamente il quadro normativo e la sua finalità essenzialmente sanzionatoria del fenomeno, dall'altro, alla luce dell'esperienza giurisprudenziale e del dibattito dottrinale sul tema, intende verificare se, e in quale misura, lo status poligamico possa circolare nello spazio giuridico in cui interagiscono l'ordinamento religioso e quello civile.