Il diritto occidentale europeo, rifratto da una chiave di lettura culturale, rivela stenosi e slanci poliedrici. Come in un teatro d'ombre cinesi, le figure simboliche dei sistemi giuridici sono proiettate sullo schermo da una potente fonte di luce interdisciplinare. Qui s'anima il molteplice, fino a consegnare allo sguardo dello spettatore l'arte dei propri giganti d'argilla, strumenti consolatori per una narrazione di favore, ma anche ordigni offensivi per chi si vede minacciato o invaso da modelli che pretendono l'universalità tattile di una civiltà.