«L'inettitudine di tanta cattiva giustizia mi ha trascinato, con il passare degli anni, in uno stato di profondo disincanto, di inarrestabile disaffezione; in certi momenti ho nascosto la mia professione, mi vergognavo, evitavo di dire che facevo il giudice. Il grande e trionfante orgoglio con cui, entrando in magistratura, avevo vissuto quel ruolo, era stato sostituito da un triste e deluso senso di turbamento morale.» La giustizia italiana raccontata attraverso la cronaca cruda e rigorosa di un giudice entrato in magistratura per passione e senso civico. Un viaggio attraverso i rapporti conflittuali tra magistratura e politica, ma anche tra disservizi, inefficienze e ingiustizie quotidiane che colpiscono il cittadino, gli stessi magistrati e le Istituzioni.