"L'attività interpretativa può essere descritta come il rinvio ai principi generali del diritto, che si trovano davanti a delle concezioni alternative: o sono ritenuti principi intra-sistemici regionali, interni ed omogenei ad un ordinamento giuridico di un luogo e di un tempo, oppure sono concepiti come principi oltre-sistemici universali. Questo secondo ordine consente di interrogarsi sull'universalità della condizione umana, nella storicità delle norme che la disciplinano nei comportamenti interpersonali, considerati nel loro particolare realizzarsi in una definita situazione. In questo orizzonte, la legge istituita costituisce l'ordine della legalità, che ha contenuti storicamente differenziati, ma non può rimanere indifferente alla ragione della selezioni dei contenuti, perché la legge giuridica si differenzia dalle leggi della fisica, della chimica, della meccanica etc., nel presentare inevitabilmente la peculiare condizione umana di libera sospensione nell'alternativa tra la proporzione e la sproporzione nelle relazioni intersoggettive. La proporzione ha i tratti dell'armonia e della giustizia, la sproporzione è disarmonica ed ingiusta. Le distinzioni tra proporzione e sproporzione, tra uguaglianza e disuguaglianza rinviano a dei principi, alla ragione che motiva ed argomenta il senso delle opposizioni tra questi diversi poli nella selezione dei contenuti delle norme e delle sentenze." (Bruno Romano)