L'opera propone una sequenza di prove sulla fattibilità di un transito dal privilegio al diritto, ossia da una forma di Stato forgiata in termini autoreferenziali, ad un assetto democratico articolato secondo una più comprensiva ed elastica caratura giuridica, universalmente apprezzabile. L'atteggiarsi pluralistico e trans-culturale delle democrazie può essere favorito dall'apporto delle credenze in materia di religione, sempre che esse godano di un distinto, autonomo rilievo nello spazio pubblico e si aprano al dialogo, insieme collaborando per contribuire a restaurare un clima di pacifica convivenza tra individui, popoli e nazioni.