L'organizzazione giudiziaria romana tra Adriano e la metà del III secolo viene analizzata in tutte le sue forme, partendo dalle linee anticipatrici rintracciabili dall'epoca di Augusto, dalla quale si diramano almeno tre filoni differenti di procedure cognitorie: quella imperiale (a cui si affianca la cognitio del senato, specie in ambito criminale), quella di magistrati repubblicani ai quali vengono affidate competenze per tutelare pretese nuove, quella di magistrati o funzionari imperiali di nuova creazione per funzioni specifiche. In questo quadro, la discrezionalità del giudice fra retorica e diritto, la prospettiva provinciale nel rapporto tra tribunali e ordinamento territoriale, il ruolo di principe e giuristi nella costruzione di un nuovo sistema processuale costituiscono gli assi preferenziali di un'indagine che nulla trascura e che si avvale soltanto dei più apprezzati specialisti.