In una notte flagellata da un forte temporale, quattro uomini si ritrovano per caso seduti allo stesso tavolo di una taverna sperduta sui monti dell'Appennino pistoiese. Ma spesso il caso non è altro che una delle vesti di cui il destino si serve per celarsi agli uomini. A pochi passi dai quattro, infatti, sdraiato sopra una panca, c'è un mitico e sanguinario brigante, Frate Capestro. Su di lui circolano molte leggende, storie diverse che concordano tutte sulla sua astuzia e sulla sua ferocia. Adesso, ammantato di nero, il brigante dorme davanti al fuoco, tranquillo, come se non fosse l'uomo più ricercato del Granducato, e nessuno sembra badare a lui. Ma la notte è lunga e, bevendo vino, i quattro uomini - un vecchio, un giovane, dita mozze e l'ultimo arrivato - si raccontano a turno episodi delle loro vite: tutti hanno qualcosa da nascondere, nella memoria di tutti giacciono colpe taciute e mai veramente espiate. Il brigante li ascolta in silenzio, ma alla fine anche lui racconta la sua storia... Riprendendo temi e ambienti della leggenda italiana, Marco Vichi colloca in una Toscana ottocentesca una storia in cui si intrecciano le figure dell'amore e della morte, della giustizia e della passione, una trama di vicende e di destini che toccano l'irriducibile ambiguità dell'esistere.