«Adamsberg si sforzò di scacciare dalla mente il cervo. Non voleva entrare nella stanza dell'albergo con tutto quel sangue nella testa. Aspettò dietro la porta, sfregando via i pensieri, schiarendosi la fronte, introducendovi a gran velocità nuvole, biglie, cieli azzurri». Il fantasma di una monaca del Settecento che sgozzava le sue vittime non fa paura al commissario Adamsberg, ma tutto il resto sì. Da un momento all'altro sprofonda in un mondo che sembra tornato dal Medioevo, dove si straziano cervi nei boschi normanni, si profanano cadaveri di vergini, e pozioni magiche assicurano la vita eterna, a costo di orrendi delitti. Un puzzle inestricabile, fatto apposta per confondere chiunque.