Nel 1163 Gionata, il vescovo di Otranto, fa convocare dal Monastero di San Nicola a Casole Fra Pantaleone per fargli realizzare "il pavimento più bello del mondo", un mosaico immenso che si estenda lungo le tre navate della bella cattedrale, raffigurando l'eterna lotta del Bene sul Male. Dopo accese discussioni fra i due circa le caratteristiche generali del progetto, vengono chiamati i migliori mosaicisti della zona e si iniziano a posare le prime tessere. Man mano che si delineano a terra i capitoli di questo immenso racconto visivo intriso di simboli, accadono però misteriosi omicidi che via via si intrecciano anche con le persone che lavorano al mosaico. Al disegno pavimentale si sovrappone un ignoto disegno di sangue. Man mano che l'interpretazione delle figure musive viene rivelata si ingarbuglia sempre più il filo rosso che lega le atroci morti e solo il colto Fra Pantaleone riuscirà a trovarne il bandolo. Un racconto che è anche una vera e propria ipotesi interpretativa avanzata dall'autore su quello che è stato definito "l'enigma di Otranto.